Castello di Corigliano-Rossano
«Il castello in cui (il Generale Giovanni Luigi Reynier) abitò per alcuni mesi l’anno, e che ora occupiamo, è una piazza fiancheggiata da grandi torri, e circondata da un largo fossato scavato nella roccia; si entra attraverso un ponte levatoio, che ne fa una piccola cittadella. Ufficiali e soldati, tutti hanno trovato un posto comodo dove alloggiare. I nostri appartamenti si affacciano su una magnifica terrazza, dal quale si può godere di uno dei panorami più belli che l’Italia possa offrire. La vista abbraccia tutta la distesa del Golfo di Taranto, la vetta ghiacciata dell’Appennino, la vasta pianura in mezzo alla quale era situata Sibari, e intorno alla città si vedono un gran numero di poderi e casali circondati da queste piante e arbusti conservati nelle nostre serre come ornamento del regno vegetale». Duret De Tavel
La parte più antica di Corigliano segue la morfologia della collina sulla cui cima sorge il castello che domina tutto il centro urbano. L’esistenza del borgo è documentata a partire dal X secolo. Dal 1382 fu feudo dei Sanseverino, nei primi decenni del Seicento la città passò sotto il dominio dei Saluzzo, che ottennero il titolo di duchi nel 1649, restando al potere fino al 1828.
Nell’Ottocento, sotto i Compagna, Corigliano conobbe un forte sviluppo urbano che connotò la fisionomia del centro storico.
Il castello venne eretto nel XV secolo, su una preesistente fortezza militare del secolo XI. I principi Sanseverino, i duchi Saluzzo e i baroni Compagna, modificarono e ampliarono la struttura originaria, fortificandola nei confronti degli assedi e, successivamente, adattandola a residenza signorile. L’edificio ha una struttura quadrilatera con torrione circolare presso l’angolo Nord-Est e tre torri semicircolari negli altri angoli dell’edificio.
Nel 1650, il duca Agostino II Saluzzo (1608-1700), commissionò la realizzazione della cappella di Sant’Agostino, nella torre occidentale, come oratorio privato. La cappella, a pianta ottagonale, conserva il portale d’ingresso originario, sovrastato dal mezzo busto in marmo di Sant’Agostino. L’edificio fu totalmente riconfigurato, soprattutto negli interni, intorno al 1870 con i baroni Compagna che ne rinnovarono le decorazioni commissionando a Domenico Morelli (1823-1901), ottocentista napoletano, il trittico raffigurante la Madonna delle Rose con ai lati Sant’Antonio Abate e Sant’Agostino.
Nel 1979, l’edificio venne acquistato dall’Amministrazione Comunale di Corigliano, che operò un approfondito restauro. Oggi il castello, di proprietà del Comune di Corigliano-Rossano, è un museo.